Alighiero Boetti nasce a Torino nel 1940 da una famiglia nobile; autodidatta, approda all’arte dopo aver abbandonato gli studi di Economia e Commercio
Il suo esordio avviene nel 1967 nell’ambito del gruppo Arte Povera, le sue opere più celebri sono arazzi di diverso formato in cui sono inserite, suddivise in griglie, frasi e motti inventati dall’artista
Nel 1971 scopre l’Afghanistan e avvia il lavoro artistico che affida alle ricamatrici afghane; vengono realizzate le Mappe, i Planisferi colorati che riproporrà lungo gli anni come registro dei mutamenti politici del mondo; l’anno successivo si trasferisce a Roma
Negli anni a seguire nascono i Monocromi a biro in cui la campitura tratteggiata su carta mette in scena il linguaggio, i Lavori postali, gli Esercizi a matita su carta quadrettata, basati su ritmi musicali o matematici e i Tutto, fitti puzzle in cui si ritrova davvero tutto: figure da rotocalchi, oggetti da scrivania, sagome di animali
Boetti propone a sé stesso dei sistemi nei quali agire, spesso coinvolgendo altre persone, oppure sono la geografia, la matematica, la geometria, i servizi postali, a fornire la piattaforma delle proprie scelte Il suo lavoro mette in discussione il ruolo tradizionale dell’artista, interrogando i concetti di serialità, ripetitività e paternità dell’opera d’arte…