Emilio Vedova nasce nel 1919 da una famiglia operai a Venezia dove impara a dipingere da autodidatta
Nel 1942 aderisce al movimento antinovecentista “Corrente” Negli anni 1944-45 partecipa alla Resistenza e l’anno successivo firma a Milano il Manifesto del realismo (Oltre Guernica) ed è a Venezia tra i fondatori della “Nuova secessione italiana”, poi “Fronte nuovo delle arti”
Negli anni cinquanta inizia la partecipazione ad una serie di mostre collettive internazionali, per brevissimo periodo aderisce al Gruppo degli Otto di Lionello Venturi Crea collages materici e assemblages e lavora in ambito informale con un’intensa gestualità sulla scala cromatica dei bianchi e dei neri, con inserimento dei rossi Realizza il Ciclo della protesta e il Ciclo della natura…
Nel 1954 partecipa alla II Biennale di S Paolo del Brasile e gli viene conferito un premio che gli permette di trascorrere tre mesi in Brasile Qui viene fortemente colpito dalla realtà delle zone interne del Sudamerica e dal Carnevale di Rio Nel 1958 inizia un intenso lavoro litografico e ottiene il Premio Lissone L’anno seguente espone il primo Scontro di situazioni, un ciclo con tele disposte ad angolo, all’interno della mostra Vitalità nell’arte, allestita nel veneziano Palazzo Grassi e curata da Carlo Scarpa
Dai primi anni Sessanta lavora ai Plurimi, realizzazioni polimateriche ampiamente articolate nello spazio ed estensibili, esposti in una prima mostra alla Galleria Marlborough di Roma e presentati da Giulio Carlo Argan Dalla fine del 1963 a metà del 1965 è a Berlino, ospite del Senato per Arti e Scienze, DAAD e nel suo grande atelier al Grünewald realizza la serie dei grandi plurimi berlinesi 1963-65, sette dei quali, l’“Absurdes Berliner Tagebuch ‘64”, verranno esposti a Documenta III – Kassel 1964, con risonanza internazionale clamorosa
Costantemente rivolto all’innovazione nella ricerca, crea lastre in vetro in collaborazione con la fornace muranese di Venini, Spazio-plurimo-luce, lavora ai cicli di Lacerazioni e Frammenti, realizza i Dischi e i Cerchi, inoltre collabora con Luigi Nono alle scenografie di Intolleranza ’60 e Prometeo
Tra le ultime mostre personali di rilievo la grande antologica al Castello di Rivoli nel 1998 e, dopo la sua scomparsa nel 2006, alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma e alla Berlinische Galerie di Berlino
Muore a Venezia all’età di 87 anni, a poco più di un mese dalla scomparsa della moglie Annabianca